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da Aioe » lun feb 11, 2019 3:52 pm
Domenica scorsa ho preso l'autobus di prima mattina per andarmene in montagna, la prima corsa della giornata diretta in quella destinazione. L'autobus era pieno, si sono sedute di fronte a me due ragazze ventenni, evidentemente sorelle, veramente carine, vestite sportive firmate dalla testa ai piedi. Partito l'autobus, hanno cominciato a raccontarsi la serata. Iniziata a cena con molto vino, birra, superalcolici ed un pezzo di coca in tre. Arrivate in discoteca, già ubriachissime, s'erano presi un pezzo di md in tre, non gli era salito così, ancora ubriachissime, se ne erano prese un secondo che però - ovviamente - era una vera merda, perché morfinoso. Ed io dentro di me ridevo: ubriachissime c'avevano avuto pure il culo di trovare due pezzi buoni eppoi si lamentano. Avevano provato a migliorare l'effetto bevendoci sopra senza esito così s'erano comprate e pippate un pezzo di speed in due. Poi sono andate a ballare sotto cassa. Una delle due a questo punto tira fuori il cellulare e mostra all'altra il filmato girato in quel frangente poi si sente uscire dal telefono, a volume smodato, "tunz tunz porcodddiooo sto fattissimmaaah tunz tunz". Poi erano passate alla ketamina ed una delle due era finita per terra: ha tirato la prima, non gli è salita (subito), ha dato la seconda quindi è crollata. Però rassicurava l'altra: io stavo bene.
Poi una delle due ha cominciato a guardarmi male quindi è esplosa: [bestemma], tu che cazzo mi guardi [bestemmia], io t'ammazzo ché [bestemmia] non mi devi guardare". Dopo questo inizio ha proseguito in tema. C'ho quarant'anni, faccio l'avvocato e la droga è parte del mio mestiere, in un certo senso sono preparato a gestire queste situazioni. Così ho solo fatto quello che sono addestrato a fare in questi frangenti senza pensare a nulla e senza provare nulla, come recitando la parte davanti ad uno specchio. Fissandole la mascella, con tono pacato e sorridente da parroco di paese mi sono scusato per averla disturbata col mio sguardo ché non potevo negare di guardarla essendo seduta di fronte a me. Ha continuato a sbraitare poi l'armadio rumeno seduto al mio fianco è entrato in agitazione e loro sono arrivate alla loro fermata così è tutto finito. Dopo un po' sono sceso anche io ed una vecchietta, anche lei sull'autobus, mi ha rivolto la parola per esternarmi il suo rincrescimento per quello che m'era capitato. Dispiaceva più a lei che a me: le ho spiegato che drogandosi capita di smattare, si è rabbuiata, mi ha chiesto se fossi una guardia, le ho spiegato che faccio l'avvocato, mi ha sorriso e salutato. Ed io mi sono accorto di essere un drogato perché malgrado tutto mi sento dalla loro parte.
Però mi sono anche reso conto di non esserlo, non più, perché mi dispiaceva per due tette e due occhi così ridotti in quello stato.