Egodeath prima volta, peccato per il dopo...

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Fohat
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Egodeath prima volta, peccato per il dopo...

Messaggio da Fohat » gio mag 03, 2018 3:37 pm

===== Dal Respiro della Vita alla vanità dell'esistenza =====

Autore | Fohat |
Sostanza assunta | LSD |
Via di somministrazione | 2 Blotter di 6mm di lato |
Quantità | 210 ug |

Festa, circa dieci persone, casa di campagna. Piccoli interni, impianto stereo fenomenale, giardino ben curato. Ore 21:27, i tre amici compagni di viaggi sono davanti ad un tavolo, scartano i blotter. N prende 75 ug, H prende 120 ug. L'ultimo poggia due blotter colorati sulla lingua, sono 210 ug. Lo chiameremo F.
Sistemano gli album da disegno, le casse per la musica, scherzano con gli altri.
Vanno in giardino e, passata mezz'ora, F dice di sentire che sale, ne avverte la potenza ancora inespressa. Sarà pronto? Non ne è sicuro, ma da molto tempo sente il richiamo di un'esperienza forte.
Nel giro di dieci minuti la sostanza si impossessa della sua mente ed il tempo rallenta drasticamente. Nel giardino tutto sembra perfetto, colorato, elfico. Sembra il prototipo della festa da hippie acidati, collocata in un luogo fantastico e senza tempo.
L'erba sotto i suoi piedi si muove velocissima verso di lui spanciando,come le classiche illusioni ottiche.
Uno degli amici, che chiameremo B, è già ubriaco e comincia a chiacchierare di stupidaggini e di video divertenti visti su YouTube. Diventa in breve molesto, così ci spostiamo, ma lui li segue e continua a ridere e scherzare. I tre sono in difficoltà: perché B sembra così bisognoso di attenzioni che non possiamo dargli? È forse turbato da qualcosa e l'alcol fa emergere la sua solitudine? possibile non capisca che disturba? Eppure ha avuto qualche esperienza pure lui, anche se leggera...
Ma non posso dirgli di stare zitto, sento che lo ferirei.
Intanto F è totalmente perso, fissa ai suoi piedi e cerca di isolarsi. Qualcuno ha messo della musica inascoltabile e ci sta urlando a squarciagola sopra.
Adesso i discorsi di B suonano come dei deja vu sentiti già diverse volte, ma quando? F riconosce la sensazione di terrore data dall'Amanita muscaria, ma si ricorda di avere le cuffie. Le mette e spara a tutto volume della musica elettronica passata da un certo amico, intanto fugge in casa, si rintana in una camera, disteso sul letto e chiude gli occhi.
Non si sa cosa succede in quel momento, F non riconosce quasi niente della musica che ascolta, vi si perde dentro, mentre le visuali diventano potenti e onnipresenti come quelle da DMT. Sectio Aurea, poi Popol Vuh, infine Gong, resta un'ora disteso, le gambe incrociate come in meditazione ma la schiena distesa sul letto. F non esiste più, per quasi tutto quel tempo esistono solo le visuali, che simboleggiano tutti i modelli interpretativi della realtà che si sono succeduti nella storia di F da quando c'è filosofia nella sua ricerca.
Poi si fanno più semplici, sempre di più, ora sono onde che scorrono sul ritmo di un mantra, generato dai suoni che sente al rallentatore. Le visuali, come se fossero entità ma senza esserlo, gli strizzano l'occhio, più volte, prendendosi gioco della loro stessa profondità. Per un tempo lunghissimo durano queste onde, andata e ritorno, poi sembrano comunicargli che qualcosa (la vita? il flusso dell'esistere?) è un mmmmm che si mmmmm in un mmmmm.
Un soggetto che fa l'azione di sé stesso in sé stesso. "mmmmm" sono proprio i suoni che F sente, non sa se immaginari o uditi. Visuali di qualcosa che si versa dentro qualcos'altro, tutta la naturalezza del mutare delle cose, e poi rimane come la figura stilizzata di uno yogi, le cui articolazioni si illuminano, come a dire che ci sono dei nodi di forza che devono essere sciolti, nel corpo. E ora lo yogi respira profondamente, questo respiro così fluido trasmette a F la rivelazione: basta respirare! La vita si concentra nell'azione del respiro, il suo mistero si perde nel sottile momento fra l'inspirazione e l'espirazione. Questo è tutto ciò che riesce a cogliere, il resto gli rimane di oscura interpretazione, ma l'illuminazione avviene proprio rendendosi conto che egli non ha niente da temere, poiché sempre respira.
In quel momento apre gli occhi e si rende conto di aver distrutto il concetto di bad trip, non c'è più un lato oscuro dell'esperienza dove teme di addentrarsi, si è sentito dissolvere in ogni cosa intorno a sé e sa che non c'è un altro luogo. Deve solo respirare, è vivo, niente gli succederà.
Il volto si illumina ed F corre fuori a cercare gli altri, racconta loro qualcosa, anche se già riesce a ricordare poco. Anche loro hanno avuto un'oretta di meditazione, ma non hanno raggiunto gli stessi livelli chiaramente. Intanto B ha continuato coi suoi discorsi, ma ora, guardandolo in faccia, F si rende conto che stava scherzando consapevolmente tutto il tempo, e lo faceva solo per divertirsi. "Sei proprio un coglione!", gli dice, e scoppiano a ridere tutti e due.

Da quel momento l'esperienza diventa stranamente più leggera anche se sono a sole due ore dall'assunzione, e i tre si divertono a far volare una lanterna di carta, ad ascoltare musica per ore, a disegnare scarabocchi... N fa anche un bel disegno come a suo solito.
E poi osservano la meravigliosa luna piena, sgranocchiando una mela.
F legge una frase su un libro che si è portato dietro:

« [Lo scopo dell'arte è] il gioco senza scopo. Però questo gioco sarà un’affermazione della vita, non un tentativo di ricavare l’ordine dal caos e nemmeno di suggerire miglioramenti nell’attività creativa, ma semplicemente una maniera di risvegliarci alla stessa vita che stiamo vivendo, che sarebbe straordinaria se soltanto riuscissimo a escludere la mente e i desideri, lasciando che scorra come vuole. »
- John Cage

All'alba escono e osservano il panorama. F si sofferma a fissare i fiori e scopre l'ecosistema fra le loro foglie, accorgendosi di decine di piccole chiocciole che placidamente si arrampicano qua e là. Scattano alcune foto per ricordare il momento.

Sono passate ormai 11 ore, e il cielo grigio, la stanchezza della notte in bianco, e la noia, ormai, di essere sempre lì, a poco a poco trasmette ai tre una gran malinconia. Parola d'ordine: È tutto vano.
Parlando della società, della possibilità o meno di cambiarla in meglio, a tratti F riacquista un po' di buonumore, e comunque è contento della sua esperienza, ma il grigiore della giornata è troppo forte. Manca il senso di tutto, a partire da quello che ha appena fatto.

Il ritorno a casa sarà lungo, e lunga e triste sarà anche la serata, finché finalmente non andrà a letto.

Il giorno dopo è tutto normale, il cielo è sempre grigio, e senza i residui degli effetti i pensieri invadenti non ci sono più... Però F non avverte nessun afterglow, la vita riprende normale, ne bella né brutta, e questo un po' dispiace, dopo un'esperienza l'umore era sempre migliorato per del tempo.

F pensa che per esperienze così intense preferirà qualcosa di durata minore, come i funghi, ed è attratto da qualcosa di più naturale, più mistico e meno freddo. Insomma, dei drammi esistenziali ne ha un po' piene le scatole...
"Non esiste un'esperienza psichedelica, ma esiste ciò che noi integriamo di essa."
Tutto ciò che scrivo è inventato o sognato.


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Re: Egodeath prima volta, peccato per il dopo...

Messaggio da WhityRabbit » mer mag 23, 2018 4:41 pm

Bellissima esperienza!
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Fohat
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Re: Egodeath prima volta, peccato per il dopo...

Messaggio da Fohat » dom giu 03, 2018 4:16 pm

WhityRabbit ha scritto:
mer mag 23, 2018 4:41 pm
Bellissima esperienza!
Uh, non avevo visto la risposta. Grazie! :)
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Re: Egodeath prima volta, peccato per il dopo...

Messaggio da _psyc0path_ » mar giu 05, 2018 10:14 pm

No va bè la festa degli hippie acidati mi ha massacrato dal ridere :asd:
Davvero ammirevole il fatto di domare e detonare il bad trip cosí al nucleo, mi ci sono immedesimata personalmente leggendolo e mi ha dato la percezione di immensa forza di coscenza e potere sul proprio Io interiore.
Mi ha fatto sentire potente.
Lanterne di carta, non è una consuetudine eppure anche a me proprio ieri, era venuta voglia di andare davanti a un panorama mozzafiato e farne volare una come fosse una parte di me che lascia spazio nuovamente da colmare.. Non mi erano mai venute in mente prima.
La frase di John Cage straborda di profondità e significato, stupenda, se posso me la segno. :lode:
Si in effetti è un peccato che il viaggio non abbia lasciato nell'umore quel qualcosa in più o qualche spiraglio da consultare ancora un pò..
Mi é piaciuto leggere questo report, immedesimarsi è la parte migliore nel leggere una storia.
..Sento come un energia invadermi l'esistenza quasi a dirmi "vivi più che puoi e goditi il viaggio.. One life, One chance"

Non induco le persone ad usufruire di stupefacenti.

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Re: Egodeath prima volta, peccato per il dopo...

Messaggio da Fohat » mer giu 06, 2018 2:57 pm

_psyc0path_ ha scritto:
mar giu 05, 2018 10:14 pm
Mi é piaciuto leggere questo report, immedesimarsi è la parte migliore nel leggere una storia.
Mi piace questo tuo emozionarti ai racconti degli altri, anche a me conquistò il forum per questo un paio d'anni fa.
Sono abbastanza d'accordo che ho domato la situazione, in realtà non ho tutto questo controllo, ma stavolta... interiormente sono piuttosto maturato ultimamente, tanto da sapere come non farmela prendere male. o meglio, i fattori esterni non li controlli, ma ho smesso d'aver paura della solitudine in quelle situazioni. la solitudine è salvezza quando hai imparato a conoscerti.
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Re: Egodeath prima volta, peccato per il dopo...

Messaggio da _psyc0path_ » mer giu 06, 2018 3:06 pm

Si mi piace da impazzire provare nella mente emozioni che altri hanno vissuto sul proprio corpo in prima persona..
E ammiro chi, oltre ad avere un'ottima dote nello scriverla, é bravo nell'esprimersi..
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