Voglio dire io sono il creatore del mio mondo, per assurdo potrei dire che per me non esiste null'altro al di fuori e che io sono la coscienza universale...
Scusate le riflessioni fungine
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La penso anche io così, è una teoria molto bella ma ovviamente indimostrabile, neppure dopo la morte credo si abbia la possibilità di avere esperienza della coscienza universale, esperienza raggiungibile forse solo in particolari stati di dissoluzione dell'ego dati dalle sostanze psichedeliche. Non è scontato però che anche certi stati di coscienza non ordinaria non siano che semplici illusioni "schizofreniche", e che in realtà quella che chiamiamo coscienza universale non sia che una rielaborazione cognitiva che la nostra povera mente usa per difendersi dall'assurdità della perdita dei confini dell'io ( confini che si fondano nei primi mesi di vita e che non vengono intaccati se non negli stati psicotici). Dove finisce la ricerca della verità e dove inizia la psicopatologia? E' una domanda che mina i fondamenti della stessa psiconautica...Samsara ha scritto:Ho elaborato una mia teoria a proposito, cioè che la coscienza individuale non esista, ma che esistano soltanto punti di vista della coscienza, che è una soltanto e per tanto universale
Mi trovo in grande disaccordo. Basti vedere gli studi recenti su funghi, ayahuasca, ecc che dimostrano che se utilizzati in un contesto terapeutico, possono facilitare il rilascio di materiale traumatico, creare nuovi percorsi neuronali, ... Gli psichedelici sono dei distruttori di verita'. Se poi uno dopo aver rivissuto la vita di Napoleone durante un trip si convince di essere Napoleone, questo e' un suo problema. E' un errore nell'approccio e gli psichedelici non centrano niente. Anche con la meditazione e altre forme di lavoro spirituale si puo' finire sulla strada sbagliata. Piu' ci si avvicina alla fonte e piu' l'ego si ingegna per confonderci/si e distrarre. Sono parecchi quelli che a un certo punto della loro ricerca si fermano (o fanno di peggio), perche' il lavoro e le responsabilita' sono diventate troppo grandi.Samsara ha scritto: Per quanto riguarda l'esperienza psichedelica concordo in pieno: secondo me ha soltanto funzione negativa, cioè distrugge i nostri schemi di pensiero, non crea verità o realtà più vere. L'unica realtà vera è quella in cui viviamo, semplicemente perché è condivisa dalla quasi totalità degli esseri umani. L'esperienza psichedelica ha molto in comune con la schizofrenia infatti, basta pensare alle famose voci che si sentono e alle entità che si percepiscono come reali.
Credo si riferisse alla capacità degli psichedelici di astrarre la realtà ordinaria, similmente a come accade in quella malattia. Poi ovvio che la psicosi è infinitamente più invalidante, mentre come dici tu gli psichedelici posso avere anche un valore terapeutico, ma come in molte cose è la "dose" che fa il veleno (non parlo di dose di molecola ma di dose di astrazione, non fraintendermi). "Psicomimetico" se non ricordo male fa proprio riferimento al fatto che queste sostanze "mimino" in qualche modo i sintomi della psicosi.M⊙nad ha scritto: Mi trovo in grande disaccordo. Basti vedere gli studi recenti su funghi, ayahuasca, ecc che dimostrano che se utilizzati in un contesto terapeutico, possono facilitare il rilascio di materiale traumatico, creare nuovi percorsi neuronali,
M⊙nad ha scritto: Dici che l'unica realta' vera e' quella in cui viviamo? E sapresti dirmi in che cosa consiste? La realta' di un aborigeno australiano e' molto diversa rispetto a quella di un italiano. Lo stesso vale per un italiano di oggi e uno di 20 anni fa...
Assolutamente d'accordo con te, tenendo però presente che la sofferenza è trasversale al costrutto culturale.M⊙nad ha scritto: Schizofrenia... Quello che e' una malattia in una societa' e un dono in un'altra
Questa frase è perfetta secondo me, il punto sta proprio qua. Noi siamo "macchine individuali": guardiamo, annusiamo, assaporiamo e proviamo sensazioni individuali, non possiamo provare ciò che provano gli altri, se non per empatia. Noi non siamo i creatori, bensì gli interpreti dell'esistenza circostante. Quando apriamo gli occhi, esistono i colori e le forme, quando annusiamo esistono gli odori, quando "apriamo le orecchie" sentiamo i suoni che ci circondano. Invece quando chiudiamo gli occhi, il naso e le orecchie tutto ciò che prima vedevamo e sentivamo non esiste più. In realtà, con un ragionamento logico, pensando alla vita della altre persone, possiamo arrivare al pensiero che tutto ciò che ci circonda esista a prescindere da noi, ma non possiamo dimostrarlo per il semplice fatto che non possiamo "sentire" l'esistenza al di fuori della nostra esperienza.Samsara ha scritto: Voglio dire io sono il creatore del mio mondo, per assurdo potrei dire che per me non esiste null'altro al di fuori e che io sono la coscienza universale...
lo espressi anche io tantissime volte mentre parlavo con i miei amici! ma poi la cosa si è evoluta (penso dopo esperienza con <3 D <3 A ) in esattamente questo pensiero:Samsara ha scritto: Voglio dire io sono il creatore del mio mondo, per assurdo potrei dire che per me non esiste null'altro al di fuori e che io sono la coscienza universale...
materialmente parlando ,naturalmente IMHO, l'istinto umano credo sia uguale in ogni individuo, sarà poi la sua cultura a modificare la "coscienza del tutto" ulteriormente deviata dallo stato d'animo.AllahSnackbar ha scritto: siamo coscienze separate, unite dalla coscienza collettiva.
mi ha fatto girare il cazzo leggere questa cosa, assai.Idioteque ha scritto:Che dire, ero parecchio intrippato all'epoca (sono samsara)
Comunque questo modo di vedere le cose si chiama solipsismo dal punto di vista teoretico, e in filosofia è la degenerazione paranoica dell'idealismo. La sua implicazione pratica è l'egoismo.
Sono riuscito a demolire questa idea, ma ogni tanto torna a tormentarmi.
Scusa tropo ma non ho capito, non vorrei fraintenderti quindi se puoi spiegarti meglio...tropopsiko_23 ha scritto: mi ha fatto girare il cazzo leggere questa cosa, assai.
Cosa vuoi dimostrare? Che con una presa di coscienza PUFF addio tutti gli svarioni?
Io mi sento offeso. Non riesco a spiegarmi, scusa. Se ti da fastidio questa opinione clicca sulin alto a destra.
Ci sono passato anch'io..Idioteque ha scritto: ↑mar giu 07, 2016 11:25 amChe dire, ero parecchio intrippato all'epoca (sono samsara)
Comunque questo modo di vedere le cose si chiama solipsismo dal punto di vista teoretico, e in filosofia è la degenerazione paranoica dell'idealismo. La sua implicazione pratica è l'egoismo.
Sono riuscito a demolire questa idea, ma ogni tanto torna a tormentarmi.
Veramente un bel libro quello!~Møgørøs• ha scritto: ↑mer mag 03, 2017 9:21 amI mezzi-saggi che, riconoscendo la parte di irreale che è nell’universo, credono di poterne
infrangere le leggi, sono in realtà, soltanto degli sciocchi, che, per la loro pazzia, finiranno con
lo spaccarsi la testa sulle rocce, vinti dagli elementi. I veri saggi, invece, che sanno qual’è la
natura dell’universo, usano la Legge contro le leggi, ciò che è più elevato contro quel che è più
in basso; e riescono a tramutare l’indegno in degno con l’alchimia mentale. E’ per tutto ciò,
che essi sono dei vincitori. Le conoscenze più alte non consistono in strani sogni, assurde
visioni o immagini fantastiche; ma nel sapersi servire delle energie più alte contro le più basse,
sottraendosi alle sensazioni dolorose dei piani più bassi, con opportune vibrazioni sui più alti.
La grande arma dei Maestri è la trasmutazione, non la vana negazione!