Culto dei morti e rito dell’incubazione in Sardegna

Ciò che riguarda la psichedelia ma non trova posto nelle altre sezioni.
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psycoscaper
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Culto dei morti e rito dell’incubazione in Sardegna

Messaggio da psycoscaper » lun gen 08, 2024 4:28 pm

Buongiorno!

Volevo dedicare un post a qualche ricerca antropologica che sto facendo.

Tutto è iniziato l’anno scorso ( viewtopic.php?f=28&t=41194&p=123456#p123456 ) quando sono venuto in Sardegna ed ho fatto il mio primo vero trip coi funghi. La mattina prima del trip avevo visitato una Tomba dei Giganti, e durante il trip la sensazione è che fossi nella radura di fronte alla tomba. Dietro di me c’erano i morti che mi sostenevano nella contemplazione dell’assoluto che avevo davanti. E’ stata un’esperienza potentissima.

In seguito mi sono interessato di più della preistoria sarda, scoprendo un mondo incredibile e oggi ancora molto poco conosciuto.
Nei prossimi 2 paragrafi do un po’ di contesto, vi invito a leggerli anche se non parlo direttamente di psichedelia, poi torno sul punto.

L’archeologia ufficiale ha datato tanti siti semplicemente sulla base di analogie, e ha dato spiegazioni certe e perentorie dell’utilizzo delle varie strutture, che però negli anni stanno via via venendo smentite. A titolo di esempio: i nuraghe si pensava fossero delle fortificazioni/torri di avvistamento, una certezza portata avanti nelle accademie per anni, ridicolizzando chi provava a proporre altri utilizzi. Oggi invece l’interpretazione prevalente tra gli stessi archeologi è un utilizzo multiplo: deposito, fortificazione etc etc. Anche la datazione dei nuraghe è individuata tra il 1500 ed il 1800 a.c. ma tanti studiosi si oppongono a questa datazione, basata sui manufatti ritrovati all’interno dei nuraghe e non alla costruzione degli stessi, che rimane indatabile coi mezzi tecnologici oggi a nostra disposizione (il Carbonio-14 non funziona sulle rocce). Leggendo Luciano Melis addirittura si va al 10.000 a.c. , ma le sue teorie sono considerati poco attendibili dagli archeologi e comunque in questa sede non è importante il quando ma il perché.

Una delle strutture più interessanti sono le “tombe dei giganti”, da cui ha preso spunto la leggenda dei Giganti, ma che a mio parere sono ancora più interessanti senza guardare alla leggenda. Sono strutture con una specie di tunnel lungo 10-15 m, in cui venivano fatte delle sepolture collettive. Davanti a questo tunnel, veniva eretto un piccolo anfiteatro con delle sedute. Le tombe sono chiamate “dei giganti” perché, secondo l’interpretazione più comune, qui venivano sepolti in maniera collettiva le persone di casta più alta della comunità: discendenti del fondatore del villaggio, eroi e altre personalità di spicco.

Il rituale dell’incubazione:
Parlando con un archeologo mi ha raccontato del rituale dell’incubazione, qualcosa comune a molte culture del mediterraneo ma che in Sardegna trova un’accezione particolare. Una delle criticità di quanto vado a scrivere è che non esistono fonti dirette, ma questi rituali sono stati raccontati da storici vissuti un millennio dopo, tra cui Aristotele. Tuttavia quanto andrò a scrivere è talmente interessante che, anche se dovesse contenere imprecisioni, secondo me rimane miliare nell’interpretazione del culto dei morti dei popoli antichi.

Il rituale serviva a mettersi in comunicazione coi morti (propri cari o appunto eroi/personalità importanti), e avveniva fisicamente nei pressi della salma del morto. Presso nuraghe e tombe dei giganti la persona che svolgeva il rituale passava 5 giorni, durante i quali il curatore del villaggio somministrava delle sostanze al fine di indurre un sonno ricco di sogni. Questi sogni venivano poi interpretati nelle risposte date dal morto. Un’altra interpretazione consiste nella “decostruzione e ricostruzione” della coscienza e del vissuto della persona, sempre attraverso il sonno e l’utilizzo di sostanze, al fine di curare malattie mentali e forti traumi.

Visitando la Sardegna, ma anche tanti altri siti archeologici preistorici, sono sempre rimasto colpito da quanta energia venisse dedicata al culto dei morti. Pensate cosa doveva essere, coi mezzi di 4000 anni fa, costruire una struttura con massi pesanti diverse tonnellate. Semplicemente, ragionando con la mentalità odierna, non ha senso.

Tuttavia nel momento in cui i luoghi dedicati ai morti non sono semplicemente luoghi di culto (nel senso moderno del termine) ma luoghi in cui si viene curati e si ricevono risposte ad importanti interrogativi, fonti di salvezza e conoscenza, allora la questione inizia ad avere molto più senso.

Inoltre, da un ulteriore senso a come la nostra società odierna rifiuti tanto la morte ed i morti quanto l’utilizzo di sostanze enteogene. Le due cose sono probabilmente molto più legate di quello che sembrano ad una prima occhiata.

Parlando con uno degli archeologi di fronte ad una tomba dei giganti, la mia compagna gli ha detto “chissà a cosa servivano veramente!”, e lui ha risposto seccato “erano tombe, che altro?”. Sul momento questa risposta mi è parsa limitata (e probabilmente lui la intendeva in maniera limitata), ma pensandoci bene il termine “tomba” oggi non è sufficiente a spiegare questi luoghi per il significato svuotato che ha oggi. Ma probabilmente se le tombe in antichità erano luoghi di culto, di cura e di ricerca, allora sì…erano “soltanto” tombe!

Le fonti di quanto ho scritto sono soprattutto orali da dialoghi informali con gli archeologi, ma ho trovato interessante questo link:
https://www.nurnet.net/blog/lincubazion ... i-giganti/

Nel link si parla di funghi fimicoli e piante nepentacee, senza riportare una fonte. Ho comunque provato ad approfondire.
Il riferimento alle piante è alquanto vago: da quello che so oggi non sono presenti piante nepentacee in Sardegna allo stato spontaneo.
Invece per quanto riguarda i funghi, il riferimento potrebbe indirizzare al Paneolus subalteatus. Inoltre in Sardegna è presente lo Psilocybe serbica, di gran lunga il più potente Psilocybe presente in europa (di più del celebre Semilanceata e molto più potente dei Cubensis).
Tuttavia non essendoci la fonte, non sento di dare fiducia a questo riferimento. Anche perché il rituale dell’incubazione durava 5 giorni, e la psilocibina sappiamo bene avere un effetto molto più breve. Inoltre il rituale era basato su un sonno rivelatore. Magari venivano utilizzate molte sostanze diverse, in diverse fasi del rituale.

Spero di avervi condiviso qualcosa di interessante, se qualcuno ha delle informazioni aggiuntive ben vengano :)

Infine, non posso che esprimere immensa gratitudine all’esperienza psichedelica di un anno fa, che mi aveva fatto intuire quanto ho poi riscontrato essere reale quasi un anno dopo!
Cerchiamo continuamente di dare significato a quella cosa lì.


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ildruido
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Re: Culto dei morti e rito dell’incubazione in Sardegna

Messaggio da ildruido » lun gen 08, 2024 6:48 pm

bel post @psycoscaper , io anche sono appassionato di siti neolitici e ho li ho visitati in molte parti d'europa compresa la Sardegna! Alcuni sono cosi 'tecnologicamente' avanzati che si fa fatica a crederci! assolutamente un tema affascinante

Il fatto dei 5 giorni potrebbe invece essere la datura? mi pare che duri più o meno quel tempo li...
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