La Voacanga Africana è una piccola angiosperma che cresce fino a 6 metri di altezza. E' nativa delle regioni tropicali dell'Africa. Il piccolo albero ha foglie che vanno fino ai 30 centimetri in lunghezza e produce fiori gialli o bianchi. Il suo frutto si spacca in due da solo quando è maturo. La radice e i semi sono usati in Ghana come veleno, stimolante, afrodisiaco e come psichedelico cerimoniale. La miscela di alcaloidi contenuta nella pianta varia nelle diverse proporzioni della pianta stessa (radici, tronco, foglie, semi). Gli alcaloidi contenuti in questa specie sono presenti per il 5-% nella corteccia della radice, per il 4-5% nella corteccia del tronco, per lo 0,3-0,45% nelle foglie e per l'1,5% nei semi. Tra gli alcaloidi contenuti in piccole quantità nella Voacanga possiamo trovare anche l'Ibogaina.
Viene riportato che dopo circa 20-30 minuti dall’ingestione di almeno 50 semi, si avverte un cambiamento dello stato emotivo, caratterizzato da una sensazione di estrema rilassatezza. Dopo circa un’ora seguono distorsioni spaziali e quindi sogni vividi la cui durata è di circa otto ore. Viene segnalata, inoltre, una persistenza degli effetti sino al giorno successivo all’ingestione dei semi, con pronunciata sonnolenza e spossatezza.
Gli alcaloidi che sono stati isolati fino ad'ora sono i seguenti:
Voacangina (C22H28N2O3):
Nel topo, la voacangina, a dosi comprese tra 1 mg/kg e 10 mg/kg, esercita un effetto leggermente ipotensivo dovuto a vasodilatazione periferica. A dosaggi molto bassi questo alcaloide agisce da stimolante intestinale, anestetico locale e depressore del sistema nervoso centrale.
Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 41 mg/kg
Voacamina (C43H52N4O5):
Possiede proprietà cardiotoniche in quanto esercita sul cuore un effetto inotropo positivo. Il meccanismo d’azione, però, è differente da quello dei glucosidi digitalici e, rispetto alla digossina, l’alcaloide è da 100 a 250 volte meno tossico. La voacamina esercita anche un effetto depressivo a livello del sistema nervoso centrale e a dosi elevate, può causare morte per depressione dei centri respiratori bulbari.
Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 21,5 mg/kg
Voacorina (C43H52N4O5):
Anche la voacorina agisce da cardiotonico ma, in questo caso, l’effetto biologico è più simile a quello dei digitalici. Infatti, a differenza della voacamina che riduce il flusso sanguigno coronarico, la voacorina lo aumenta in modo graduale e duraturo. Alla dose di 3 mg/kg, l’alcaloide esercita sul cuore del coniglio un effetto inotropo positivo e cronotropo negativo. Anche per la voacorina, infine, risulta documentato un effetto depressivo sul sistema nervoso centrale.
Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 30 mg/kg
Voacristina (C22H28N2O4):
Sono state dimostrate proprietà citostatiche o citotossiche dose dipendenti della voacristina in vitro, su colture di Saccharomyces cerevisiae ed un’attività citotossica della voacristina, in vitro, su una linea cellulare di carcinoma ovarico A2780.
Tabersonina (C21H24N2O2):
La tabersonina infine sembra esercitare un lieve effetto ipotensivo, dovuto probabilmente a vasodilatazione periferica, oltre ad un’azione spasmolitica a livello intestinale.
Nel topo - DL50 dopo somministrazione endovenosa: 100-150 mg/kg
Voabustina (C43H50N4O6):
Voabasina (C21H24N2O3):
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Fonti:
https://en.wikipedia.org/wiki/Voacanga_africana
http://www.iss.it/binary/drog/cont/Schede_V.pdf