Effettivamente non vuol dire molto: tutti i farmaci, o quasi, sono metabolizzati dal fegato.Tirar Puede Matar ha scritto: ↑mar feb 02, 2021 9:29 am
Ciao,
mi hai messo la pulce nell'orecchio, e sono andato ad informarmi. A quanto pare la diidrocodeina è metabolizzata anch'essa dal fegato ( https://www.pharmamedix.com/principiovo ... cocinetica), ma questo non significa nulla, anche l'ossicodone, tanto per dirne una, è metabolizzato dal fegato.
Sul fatto che che non ci sia un "limite massimo" come la codeina, non lo specifica, ed effettivamente potrebbe anche essere, perché la codeina viene metabolizzata in morfina, la diidrocodeina in diidromorfina.
Proverò ad informarmi chiedendo un consulto ad un amico chimico organico, che è molto esperto in farmaci.
Vi farò sapere!
Ad eccezione (o per lo meno, è l'unica eccezione che personalmente conosco...) dei mezzi di contrasto per risonanza magnetica, che sono metabolizzati per via quasi elettiva dai reni (e sono nefrotossici, aldilà di una certa soglia).
A questo punto, sarebbe interessante capire cosa "diavolo è" questa diidromorfina, in cosa differisce (aldilà, visto il nome ((non ho visto la molecola...)), presumo, del doppio H piazzato chissà dove sulla molecola della morfina come aggiunta...) dalla morfina, se viene convertita in quest'ultima, sempre ad opera di qualche enzima endogeno nostro...o magari è il contrario...cioè la morfina si converte in diidromorfina perché magari è questo l'agente biologicamente non inerme...mah, occorre magari spulciare qualcosa di specifico, se esiste, al riguardo
L'aspetto pratico, che è l'uso e il consumo, non richiede nessuna competenza in farmacologia e chimica.@Tirar Puede Matar - una delle poche cose che rimpiango un pò, è di non avere studiato farmacologia o chimica
Ma per godersi gli opiacei serve di più essere in gamba a procurare roba in abbastanza se non in abbondanza
Salutami l' anima gemella nello chimico
Saluti
Così come ad uno che ha mal di testa, non è richiesta nessuna competenza farmacologica né chimica sull'aspirina.
Riguardo l'approvvigionamento, eh...il problema di non trovare "esattamente", dal "farmacista dell'angolo buio della strada" quello che si vorrebbe è reale. La pericolosità del procurarsi le sostanze in questo modo non deve escludere la questione non banale del "taglio".
Al massimo, la farmacologia livello basso è richiesta per evitare interazioni pericolose o per intuire qualche opportunità su come potenziare gli effetti.
La chimica stessa cosa.
(Presupposto, che la sostanza di cui l'uso...sia effettivamente quella, come purezza e tutto il resto).
Ad alti livelli, l'aspetto chimico e farmacologico, credo, serva soprattutto per chi voglia cimentarsi nella sintesi.
Però, da un certo livello in poi, ciò richiede anche una strumentazione di un certo tipo.
Un superesperto di chimica che ha a disposizione solo fornelli da cucina, frigorifero, qualche pentolino e zucchero semolato, si esprimerebbe con lo stesso potenziale di Usain Bolt con le gambe gessate e le stampelle.