Effetti Cannabinoidi su Topi Giovani e Topi Anziani

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ThePharmacologist
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Effetti Cannabinoidi su Topi Giovani e Topi Anziani

Messaggio da ThePharmacologist » lun mag 08, 2017 10:27 pm

E quindi, se vi considerate topi....
dopo i 70 anni, sfondatevi il triplo che da giovani! :asd:

http://www.lescienze.it/news/2017/05/08 ... o-3518815/

Mentre nei giovani topi la somministrazione regolare di livelli bassi di THC, il principale composto psicoattivo della marijuana, peggiora memoria e apprendimento, negli esemplari anziani avviene esattamente l'opposto: i deficit di memoria dimunuiscono e le capacità di apprendimento migliorano. E' però ancora da stabilire se questo effetto valga anche in altri animali con un invecchiamento cerebrale più simile a quello dell'essere umano

Nei topi anziani la somministrazione cronica e a basse dosi del tetraidrocannabinolo (THC), la principale sostanza psicoattiva della marijuana, ha un effetto positivo sul comportamento neurocognitivo e sull'espressione dei geni, migliorando le capacità di apprendimento e i deficit di memoria legati all'età. Gli autori della ricerca che ha portato a questa conclusione sottolineano che è prematuro stabilire se questi effetti siano validi anche per altre specie, e in primo luogo per gli esseri umani.

Gli effetti diversi dei cannabinoidi su topi giovani e anziani
Science Photo Library / AGF
Come si legge su "Nature Medicine", Andreas Zimmer e colleghi dell'Università tedesca di Bonn hanno esaminato gli effetti della somministrazione regolare di bassi dosaggi di THC su topi giovani (due mesi), adulti (12 mesi) e anziani (18 mesi). Hanno così scoperto che nei topi giovani la somministrazione compromette le prestazioni di apprendimento e memoria. Ma nei topi adulti, e ancor più in quelli anziani, la sostanza ha portato a un reale miglioramento della memoria e delle capacità di apprendimento.

Questi cambiamenti nel comportamento negli animali più anziani sono apparsi associati a un ripristino dei modelli globali di espressione genica nell'ippocampo, che sono tornati a mostrare un profilo simile a quello osservato negli animali giovani.

L'azione del THC avverrebbe in primo luogo attraverso l'interazione con i recettori per i cannabinoidi endogeni (o endocannabinoidi), ma anche con una molecola chiamata CREB (cAMP responsive elements binding protein) che è un importante fattore di regolazione di molti geni, ed è nota per avere un ruolo anche nel corretto funzionamento del cervello.

Ora i ricercatori intendono condurre nuove indagini per documentare in modo più approfondito il tempo e la persistenza di questi effetti, e per stabilire
con precisione i processi biomolecolari che li determinano. Il punto più delicato, ricordano i ricercatori, è però capire se effetti simili si manifestino anche in altri modelli animali la cui diminuzione cognitiva legata all'età è più simile a quella degli esseri umani rispetto a ciò che avviene nei topi.


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