L'Ultima non Intervista con Alexander Shulgin

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BlueFire
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L'Ultima non Intervista con Alexander Shulgin

Messaggio da BlueFire » sab ott 17, 2015 5:01 pm

Da vice. Mi pare giusto metterlo. Anche questo lo salvai in .docx, se c'è un modo per upparlo dite:

Adoro Alexander Shulgin. L’ho amato dal primo momento in cui ho saputo della sua esistenza. È il mio idolo, il mio eroe, il mio sole, l’ossigeno della mia vita. Adoro ognuna delle 978 pagine della sua opera principe sulla feniletilamina, PiHKAL (Phenethylamines I Have Known and Loved), e ogni milligrammo dei 1,13 chilogrammi del suo trattato sulla tryptamina, TiHKAL (Tryptamines I Have Known and Loved). Ho appeso sopra al letto una grande fotografia di Shulgin abbracciato a sua moglie, Ann. Dormo spesso con una copia di PiHKAL non sotto il cuscino, ma come cuscino. È il nonno dell’ecstasy, il mago delle molecole, il conquistatore dell’atomo. Nell’arco di 50 anni ha creato più droghe psichedeliche di quante ce ne siano nella foresta amazzonica. Più che una persona in carne e ossa, è una creatura mitologica, un centauro della chimica. Eppure esiste, e io sono qui a testimoniarlo.

Dopo anni di preparazione, ho chiamato la residenza Shulgin, per un’intervista. Era quel genere di telefonata per cui ti annoti un elenco di frasi valide da dire al momento giusto. Quel tipo di evento che necessita di meditazione e lunghi respiri profondi pre-telefonata, solenni dichiarazioni propositive, fantasie di incredibili successi visualizzate a occhi semichiusi, e un minimo di cinque colpi di tosse per schiarirsi la voce. In qualche modo sono riuscito a comporre il numero e mentre sentivo il segnale di libero, il tu-tuu del telefono si è infranto su di me con due secondi di potentissime onde sinusoidali perfettamente sovrapposte, seguite da quattro secondi di silenzio esoftalmico, e, prima che un’altra ondata di tu-tuu sinusoidale mi investisse con piena forza, il mio naso si è messo a sanguinare con sorprendente anticipo. È stata Ann a rispondere.

Abbiamo parlato un attimo; aveva un inaspettato accento neozelandese e mi ha chiamato “tesoro”, cosa che mi ha fatto un immenso piacere. Ann mi ha raccontato che Sasha (gli amici intimi di Shulgin lo chiamano così) non rilascia più interviste—vuole risparmiare le energie per scrivere il suo ultimo libro e lavorare in laboratorio. Avendo intuito l’andazzo, ho prudentemente spiegato che non chiedevo per forza un’intervista. Volevo semplicemente incontrarlo, fare quattro chiacchiere informali. Alla fine abbiamo deciso che l’avrei incontrato prima di un appuntamento per un elettrocardiogramma. Mi ha ribadito che non rilasciava alcun tipo di intervista, e che se l’incontro si fosse trasformato in qualcosa di ufficiale, avevo chiuso. Ero esaltato.

Sebbene il nome di Alexander Shulgin non sia molto noto, è senza ombra di dubbio il più importante chimico psichedelico mai esistito. Chi lo conosce di solito lo associa al ruolo che ha avuto nella scoperta e nella diffusione dell’MDMA. Ma l’MDMA è solo uno dei 100 e passa composti chimici prodotti dalla farmacopea di Shulgin, la quale si estende così lontano nel territorio dello sconosciuto che spesso si deve inventare nuovi termini per descriverne gli effetti (“chiasso oftalmico” è uno dei miei preferiti). Sono droghe allucinogene tattili, sostanze psichedeliche che dilatano il tempo e spediscono chi le assume in uno stato di amnesia confusionale; sono antidepressivi, afrodisiaci, stimolanti, empatogeni, entogeni, neurotossine, e almeno una è anche un utilissimo insetticida. Tra queste droghe si contano anche alcune delle più valide medicine conosciute dall’uomo, e anche se solo una piccola porzione di esse è stata ufficialmente studiata, sono gli strumenti migliori che possediamo per capire la composizione chimica della mente umana.

La carriera di Shulgin è cominciata presso la Dow Chemical Company, dove si è fatto un nome per aver sintetizzato lo Zectran, il primo insetticida biodegradabile. Dopo questo successo gli è stata concessa la libertà di lavorare su elementi chimici di sua preferenza. Ha scelto gli psichedelici e ha prodotto un’anfetamina chiamata DOM, che all’epoca era seconda per potenza solo all’LSD. Un’unica dose piuttosto massiccia poteva durare anche 48 ore. Nel 1967 un chimico di Brooklyn, Nick Sand, intuì il potenziale del mercato della droga. Costruì un laboratorio industriale a San Francisco dove cucinava la DOM in recipienti da 600 litri e la vendeva al chilo agli Hells Angels, che viaggiavano per il Paese distribuendo al pubblico centinaia di migliaia di potentissima DOM in pastiglie da 20 mg. La sua diffusione capillare ha fatto scalmanare orde di hippie alla manifestazione Human Be-In del Golden Gate Park.

Nel frattempo, a meno di un isolato dal Tompkins Square Park, la NYPD faceva irruzione in una cappella psichedelica nota come The Church of the Mystifying Elation. La polizia sequestrò un totale di psichedelici per un valore di 8 milioni dollari, comprese 1.500 dosi di DOM, due piante di marijuana, e “svariati materassi”. La stampa si riempì la bocca con storie di fattoni di DOM da ricovero; uno di Manhattan che aveva assunto una dose aveva officiato il rito del seppuku, sbudellandosi con una spada samurai il giorno della Festa della Mamma. A quel punto la droga non era ancora stata identificata e il New York Times la descrisse come derivata da un gas nervino segreto di utilizzo militare, nonché come il “caviale delle droghe psichedeliche”. Alla fine si capì che la DOM era il prodotto di un’ufficiale ricerca farmaceutica condotta da un allora anonimo chimico che operava alla Dow. Come si poteva prevedere, la Dow fu parecchio scontenta. Una volta identificata la fonte, Shulgin troncò i suoi rapporti con la compagnia.

Liberatosi della Dow, Shulgin mise in piedi un laboratorio personale nel giardino di casa e cominciò a studiare le droghe in completa libertà e con la consapevolezza che le sostanze chimiche che stava fabbricando avevano il potenziale per penetrare le menti di almeno un milione di persone. Testò ogni nuovo composto personalmente e, ogni volta che lo riteneva necessario, lo fece provare anche a sua moglie e ai suoi amici, prestando particolare attenzione a quei composti con proprietà che disinibiscono sessualmente (o, come li chiama lui, “gli erotici”). Nel corso di 50 anni ha concluso l’indagine sulle strutture psichedeliche più esaustiva mai compiuta fino ad allora e ha confezionato una schiera di droghe talmente vasta da far impallidire la produzione delle maggiori compagnie farmaceutiche. Nel contempo ha mantenuto la sua sanità e una distinta padronanza di sé suonando la viola, insegnando all’università e partecipando agli elitari galà del Bohemian Grove [Un luogo in cui, ne ho il presentimento, ha “assaggiato” molte sostanze psichedeliche con diversi capitani d’industria. Secondo un amico, è stato visto proporsi come insegnante di un “nuovo modo di volare” all’intero equipaggio di un Boeing].

Quando sono arrivato a casa Shulgin, a Lafayette, in California, lui se ne stava placidamente seduto al tavolo della cucina. Ho attraversato le porte scorrevoli di vetro, l’ho salutato, e poi l’ho abbracciato, cosa che mi ha dato una botta di euforia ben più forte dell’MDMA e una dilatazione temporale decisamente superiore agli effetti del 2C-T-4. Ci siamo separati e, senza neanche far passare un secondo, mi ha fatto un indovinello, “Mi sai dire il nome delle due parole inglesi che cominciano con due a consecutive?”
Ci ho pensato per un attimo prima di rispondere, “Aardvark [oritteropo, o maiale da terra] è una...”
“Bravo, e l’altra?”
“Non lo so, non me ne viene in mente un’altra.”
Ha chinato la testa e con un leggero sospiro ha pronunciato la parola, “Aardwolf”.


“Aardwolf?” ho chiesto, e mentre parlavo si era già alzato dalla sedia e si era trascinato fino al corridoio per recuperare un gigantesco dizionario giallo, che ha sbattuto sul tavolo e ha spinto verso di me. Infatti c’era, e su suo suggerimento, ho letto la definizione a voce alta.

aard·wolf \-'wu·lf\ n, pl aard·wolves \·-lvz\ 1: quadrupede della famiglia delle iene proveniente dal Sudafrica dal pelo tigrato, zampe anteriori dotate di cinque dita, e un’indistinguibile criniera, si nutre principalmente di carcasse e insetti (come termiti). 2: una (davvero) inaspettata cosa non psichedelica che mi ha parecchio confuso [guardare alla voce NON SONO PREPARATO PER QUESTO]

“Ok,” ha detto Shulgin, soddisfatto. “Abbiamo risolto l’enigma. Ma adesso, per esempio, sai cos’è una lowena?”
“No, cos’è?” ho chiesto con una faccia da credulone.
“È il contrario di una highena.”

[Gioco di parole tra highena, persona colpita da risata incontrollabile dopo aver fumato erba, e lowena. Entrambe i termini sono composti con la parola hyena, iena, ndt]

“Ahah!” Ho sentito una gocciolina di urina che mi scendeva lungo le gambe e ho cambiato argomento. “Ti ho portato una torta di pesche. Ne vuoi una fetta?”
Mi ha risposto con un’altra domanda, “Quante cifre ci sono alla destra della virgola del pi greco?”
“Solo uno.” Nell’agitazione avevo confuso la destra con la sinistra, ma Shulgin ha immediatamente riproposto il senso della sua domanda.
“Ok, allora qual’è il valore di 3.14159265... Ma quante cifre possono apparire di fronte al punto decimale del pi greco in un qualsiasi numero razionale?”
“Potenzialmente, un numero infinito di cifre.”
“Giusto, e quanto è grande questa infinità?”
“Scusami?”
“Quant’è grande questa infinità?”
“Questa è una domanda difficile a cui rispondere,” ho replicato.
“Ti faccio un’altra domanda e lascio a te il confronto: Quante cifre infinite stanno alla destra del punto di un decimale? Una? Un numero infinito? Non solo un numero infinito di cifre ma anche un numero infinito infinitamente grande.”
“Eh? Ok, aspetta...”

Da quel momento in poi la nostra conversazione si è avventurata in territori non molto diversi. Abbiamo parlato praticamente solo attraverso indovinelli riguardanti soprattutto (ma non solo) i seguenti argomenti: palindromi numerici, palindromi coi trattini (o senza i trattini), unità di massa del SI con un accento particolare sul femtogrammo, parole che iniziano con la x e parole che cominciano con il suono x, le ambiguità nella catalogazione dei cactus, la corretta forma plurale della parola “fungus” (di cui esistono tre varianti e quattro pronunce), e l’analisi della torta di pesche che avevo portato come ipotetica nuova droga psichedelica (5-MeO-TORTPESCA). Mi è stato chiesto di calcolare una porzione appropriata per il mio primo assaggio. Dopo aver estrapolato le informazioni dalla sua parente più stretta (5-MeO-TORTMELA), abbiamo scelto un femtogrammo di fetta (per ragioni di sicurezza). Poi ha indossato i sandali sopra un paio di calze nere, ha preso il suo bastone d’argento, e ha chiesto, “Andiamo al laboratorio?”

Prima di uscire, Ann ha portato una grande brocca ghiacciata colma di limonata di fragole. Mi sono dovuto ricordare che era proprio Ann Shulgin—la prima donna a sperimentare la pratica della psicoterapia sotto l’effetto dell’MDMA—che in quella casa, forse nella stessa stanza dove ero io ora, aveva usato l’MDMA e la 2C-B per curare qualsiasi cosa, dalla dipendenza dal protossido d’azoto all’invasamento demoniaco (o, tecnicamente, dalle molestie demoniache del post-esorcismo), spesso con pazienti che non sarebbero mai guariti neanche dopo anni di convenzionali terapie. Ho bevuto un sorso di limonata, ho osservato i loro dipinti Huichol Yard attraverso una finestra che incorniciava perfettamente le due gobbe del monte Diablo e ho sospirato. “Spero non ti dia fastidio se uso le dita,” mi ha detto Ann mentre versava altri cubetti di ghiaccio nel mio bicchiere. “Per niente,” ho risposto. Non mi avrebbe dato fastidio neanche se me li avesse versati nel bicchiere direttamente coi piedi nudi.

Dopo aver sorseggiato e gustato la limonata, ho fatto due passi instabili per il corridoio e sono entrato in bagno. La carta da parati con i diamanti neri è la stessa identica fantasia che ha allungato e stretto la mano di Shulgin durante i primi test del TMA-6 [La prima modificazione chimica di Shulgin alla molecola della mescalina è stata l’aggiunta di un singolo atomo di carbonio nella catena di etilammina, che ha prodotto una anfetamina chiamata TMA. Da lì ha riprodotto la TMA-2 attraverso la TMA-6. Sono diventate delle droghe relativamente popolari in Giappone e negli Stati Uniti, ma la TMA-6 rimane una sostanza non registrata]. Mentre me ne stavo lì davanti alla tazza blu polvere cercando di pisciare, ho analizzato la sua fossa biologica—una farmacocinetica miniera di tesori, che senza dubbio contiene la collezione di metaboliti psichedelici urinali e fecali più variegata del mondo! Anche gli spugnosi asciugamani bordeaux e il colluttorio verde scuro del signor Shulgin richiedevano la mia attenzione. Quasi non riuscivo a farla.

Uscito dal bagno, ho trovato Shulgin che mi aspettava in giardino. Abbiamo percorso lo scintillante sentiero di pietra che portava al suo laboratorio. Il sole splendeva tra le foglie gettando ombre sulla sua imponente collezione di cactus psichedelici, che comprendeva anche un’invidiabile Trichocereus bridgesii forma monstrose (un cactus falliforme, conosciuto anche come la “pianta del pene”). Abbiamo oltrepassato una canna dell’acqua arrotolata a spirale, attraversato un piccolo ponte di metallo finché il laboratorio non è comparso alla nostra vista. Completamente ricoperto di rampicanti, ecco un cottage raffazzonato con pezzi di metallo ondulato e plastica che emanava l’acre e ammuffito odore di DMT. Quando ha aperto la porta, ha esclamato, “Oh-oh-oh!”

Il laboratorio era una giungla di Pyrex, tutta una sfilza di borosilicati, una frotta di ampolle, mazzi di burette, miriadi di tappi e tappini plastificati per la vulcanizzazione. Campane per la disidratazione, farfalle spillate, vasetti di vernice pieni di un liquido strano che contenevano diversi tipi di funghi sottaceto. Compresse tra due vetrini c’erano tre foglie di loglio innestate con la Clavices purpurea, il precursore fungino dell’LSD nonché principale responsabile del flagello medievale noto con fuoco di Sant’Antonio. Sulla lavagna era tracciato il diagramma di una molecola pronta per essere sintetizzata, che ho riconosciuto come una 3,4-MD-4-methylaminorex—un derivato del ben più potente psicostimolante euforizzante 4-methylaminorex, che, nella metà degli anni Ottanta, raggiunse lo status di droga di culto con il nome di U4E-uh. Sotto il diagramma c’era la semplice frase “CREAMI!”

Sul tavolo c’erano un sacco di termos con il fondo a bolla, ognuno contenente una piccola quantità di croste di triptamina impura. Un termos era etichettato con il nome 5-MeO-MALT, un altro 5-MeO-NALT. Shulgin mi ha spiegato, “DALT è il primo elemento—questo è il diallilo—e il metile è il MALT. Poi c’è l’EALT e poi”, ha arrotondato le labbra e ha emesso un’occlusiva, “PALT e iso-PALT e così via. Il 5-MeO-MALT è un composto attivo, quindi sto spingendo in quella direzione. Normalmente, quando scopro qualche nuova sostanza, aspettano quei quattro anni così che diventi popolare, prima si renderla illegale. Ma stavolta ho mandato i sintetizzanti per il 5-MeO-MALT ad un amico. Li ha messi su internet e dopo un mese è stato sintetizzato in Cina e spedito qui dall’Europa. E ora si trova in giro!”

Un piccolo excursus su questa sua frase: Il 24 maggio del 2004, Shulgin ha mandato una mail a uno psiconauta, tale Marple, riguardo alla sintesi e agli effetti del 5-MeO-MALT. Ha formattato la descrizione nello stile di una delle voci di TiHKAL e ha detto che sarebbe stata inclusa nel suo prossimo libro. Lo stesso giorno Marple ha postato la sintesi del 5-MeO-MALT sul suo sito personale. Il 25 giugno era largamente disponibile sul mercato grigio al prezzo di 200 dollari al grammo. Il 25 settembre 2004, tre mesi dopo l’arrivo del prodotto chimico sul mercato, venne registrata la primissima overdose di 5-MeO-MALT, in seguito all’assunzione accidentale di 225 mg (di 11 volte superiore alla dose massima testata da Shulgin) da parte di un abitante della Florida, proprio nel mezzo dell’uragano Jeanne. È sopravvissuto a quest’esperienza e ha condiviso le sue riflessioni sull’avvenimento, cose tipo, “Ozzy e simili non se la viaggiano bene con questo tipo di sostanze.”

Se Shulgin spende anche solo una parola di lode nei confronti di qualche nuova droga, è praticamente certo che questa attraverserà i confini nazionali tempo un paio di mesi. Se muore qualcuno che ha assunto una di queste sostanze, allora si assisterà di routine a una copertura mediatica irresponsabile e a frettolosi piani d’attacco della Narcotici. A differenza dei suoi detrattori, Shulgin è fermamente convinto che le sue ricerche debbano rimanere accessibili al pubblico per fini didattici—che ne beneficino la DEA o i drogati di DMX, poco importa. Ma esiste un caso per cui Shulgin considera le sue rivelazioni chimiche troppo istruttive per il consumo pubblico. Mentre testava l’anfetamina battezzata col nome di ALEPH-1 ha annotato sul suo taccuino, “Non dire a NESSUNO di questa droga, così che non potrà mai essere identificata e non si potrà fare nulla per distruggerla. Proseguire con le pubblicazioni scientifiche nei campi di interesse periferico come sotterfugio, diversivo. Segnare tutti gli studi futuri nelle mie note. Codificarla come ‘SH’—troppo istruttiva.” Era catalogata come “troppo istruttiva” perché Shulgin ritiene che l’ALEPH-1 sia “l’essenza del potere” [Shulgin ha creato una serie di solfati contenenti anfetamine psichedeliche nominate con l’alfabeto ebraico א. ALEPH-1 era il primo. Fedele a questo metodo di titolazione, la sua prima dose è stata di 250 nanogrammi. Dopo 18 tentativi alzò la posta a un solo milligrammo, il quale detonò una bomba nuclear-mentale nella sua corteccia prefrontale] e se mai capitasse tra le mani della DEA, cercherebbe di distruggerla. Quando gli ho chiesto se gli era mai capitato prima un episodio del genere, ha tagliato corto, “No, devi pubblicare sempre le tue scoperte.” Ma una parte di me ancora si sta chiedendo se esista davvero un taccuino speciale etichettato “SH” nascosto in qualche cassetto polveroso.

Più tardi ci ha raggiunto il collaboratore di Shulgin, Paul D. Conosce Shulgin da anni ma è solo da un anno che lo aiuta in laboratorio. Ho chiesto a Paul se aveva mai provato una delle triptamine sui cui stavano lavorando al momento, e lui ha scosso la testa, “No, Sasha è sempre il primo a provare le nuove sostanze.” Il motivo per cui Shulgin è sempre il primo a testare i nuovi composti è di natura totalmente altruistica. Nel caso in cui un prodotto chimico dovesse avere un inaspettato effetto tossico, come la provocazione di una crisi, la sua preoccupazione principale è quella di proteggere la sua famiglia e i suoi amici. Nonostante ciò, sospetto che vi sia un’altra ragione per cui Shulgin preferisca assumersi la responsabilità del primo assaggio: la sensazione di sintetizzare una droga nuova di zecca e ingerirla, una sensazione che puoi provare una volta sola, è chiaramente già di per sé stupefacente. È come rompere un imene neurochimico, trans-dimensionale. In un certo senso, è la droga di cui non può fare a meno. Se chiedete a Shulgin quale sia la sua droga psichedelica preferita vi risponderà senza esitazione “2C-B”. Chiedetegli quante volte l’ha presa e vi risponderà “un po’ di volte.” Questo tizio ha vissuto circa 10.000 esperienze psichedeliche. Ma nessuna droga, neanche la sua adorata 2C-B, ha il sapore di una prima volta.

A un certo punto Paul D. ha portato dozzine di scatole di cartone verde piene di sostanze chimiche. Contenevano la storia fisica dell’intera farmacopea di Shulgin. Le fatiche di una vita tappate in ampolle da tre dram. La collezione era estremamente stuzzicante e vagamente pornografica. Il battito del mio cuore è aumentato vertiginosamente e il mio sopracciglio ha cominciato a sudare. Ha sollevato il coperchio, scoprendo 100 scompartimenti disposti in ordine alfabetico contenenti fiale di vetro. L’etichetta plastificata su ognuna delle provette era scritta a mano, corredata da un piccolo diagramma molecolare. Molte di quelle sostanze non esistono altrove nell’universo. Shulgin non è solo un chimico, è anche un collezionista. All’inizio della sua carriera aveva ambiziosamente cercato di accumulare ogni droga psicoattiva esistente sulla faccia della terra , prima di rendersi conto che era un’impresa impossibile. Leggendo l’indice alfabetico, i (parziali) contenuti di una sola scatola aperta da Paul D. comprendevano trichocereus, curaro grezzo, isomescalina, anfetamina, R-DOM, MDMA, DET, DiPT, scopolamina, benzanfetamina, d-metanfetamina, aspirina, berberina, fisostigmina, papaverina, pipradolo, aconite, pilocarpina, ossicodone, diversi campioni legali di PCP datati ed etichettati come “illicit PCP 1975,” e il mio caro vecchio amico, il Ritalin.

Fuori dal laboratorio Paul D. stava frugando in un’altra scatola cinese, che conteneva per lo meno altre 1.000 provette. “Queste sono soprattutto sostanze chimiche di unione—un olio di trimetossibenzaldeide,” ha detto mentre ne stappava una e si passava una sostanza vischiosa sotto il naso. “Ha un odore interessante,” ha sottolineato, passandomela. L’ho avvicinata alla narice e l’ho annusata. Aveva l’odore del Vicks VapoRub e un orrendo senso di nausea mi ha attraversato il corpo, accompagnato da un istantaneo mal di testa martellante. In ogni caso, sono comunque contento di aver permesso ad alcuni femtogrammi chimici di Shulgin di entrarmi in circolazione. Paul ha continuato, “Questo è lo 2-etossibenzaldeide.” Ha dato un’altra annusata e mi ha passato la fiala, come se stessimo assaggiando il bouquet di un vino pregiato. “Altre sostanze di unione per la produzione di anfetamine e feniletilamine...” Ha tirato fuori una provetta piena di cristalli giallo canarino e si è messo a decifrare la struttura molecolare dell’etichetta. “Questo è un difenile...” Ho allungato il collo verso la provetta, tutto ipnotizzato finché Shulgin non ha esclamato, “Andiamo a pranzo!” Paul è rimasto indietro mentre ci dirigevamo verso casa dove ho mangiato una pizza super piccante con Ann, mentre Shulgin ha optato per un panino all’insalata d’uovo. Era un pranzo di mezza estate molto informale e nevrotico con i due più grandi chimici psichedelici del mondo. Improvvisamente Paul è piombato in cucina, col fiato corto, “Un gruppo di scienziati giapponesi ha appena scoperto la sintesi completa del Savinorin A!” Si sono messi tutti a borbottare;

Shulgin era colpito. “Oh mamma, questa era difficile,” ha detto. “Un vero tesoro della simmetria. Sai, il Savinorin ha 128 possibilità di isomeri.” Ho sperato che quel giorno durasse per sempre.

Mi sono seduto guardando (probabilmente con evidente lascivia) Shulgin masticare il suo panino all’uovo e ho pensato alla sovrumana influenza che il suo lavoro ha avuto sul mondo intero. Centinaia di morti, milioni di impazziti, la circolazione di centinaia di miliardi di dollari di cui lui non ha visto manco un centesimo, trilioni di esperienze psichedeliche, decilitri di lacrime di gioia, decibel di risate eccetera eccetera. Volevo dirgli che mi ha cambiato la vita; volevo offrirgli 1.000 genuflessioni di gratitudine per tutto quello che mi è successo sotto l’influsso delle sostanze che lui stesso ha creato e campionato. Il mio letto che crollava quando ero sotto di 2C-D. Io che vengo cullato da un programmatore di computer mentre giaccio semimorto fatto di DOC. Sgranocchiare mele a lezione strafatto di 2C-E. Trovare una brocca di latte gelido di fronte a una veranda ed essere attaccati da un cane in pieno trip di DiPT. L’artista di Central Park che mi ha ritratto come se fossi Enrique Iglesias dopo aver preso il 4-HO-MiPT. Memorizzare il diagramma di Herzsprung-Russel fatto di 2C-D. Sprofondare la faccia in una parrucca fradicia trovata sul sedile di un taxi fatto di 4-HO-MET. Queste erano le cose sacrosante e meravigliose che volevo raccontargli. Non sarei stato capace di ringraziarlo abbastanza.

Dato che si avvicinava la fine del nostro incontro gli ho chiesto se potevo dare ancora una sbirciatina al laboratorio mentre lui e la moglie finivano il loro pranzo. Mi è stato accordato il permesso e io sono tornato a toccare e annusare ed esaminare le cose in silenzio. Nelle scatole verdi c’erano degli scompartimenti vuoti, lì dove una volta stavano il 5-MeO-DiPT, il 2C-B, il DOB, e il DOM—sono le uniche cicatrici della sua collezione—ma non c’è modo di ritrattare una molecola. Il fatto che abbia creato queste sostanze chimiche e abbia pubblicato le loro sintesi è la testimonianza della loro sopravvivenza. Non è un mistero che si faccia ancora i trip a 84 anni. Infatti mi ha raccontato che la sua ultima creazione, il 5-MeO-MALT, inizia a fare effetto dopo 1,8 mg, il che suggerisce che sia piuttosto potente. Ma mi ha anche detto che, più invecchia, minore è la dose necessaria per sentirne gli effetti.
“La soglia di percezione degli effetti?” Ho chiesto. Si è fermato per un momento. “Ah, ‘percezione’. Ho pensato avessi detto ‘masturbazione’!”
Se davvero questa non-intervista è stata l’ultima intervista di Shulgin, mi ha lasciato in parte insoddisfatto. Ho ancora tantissime domande. Ma la mia visita agli Shulgin mi ha fatto capire che forse devo rispondere da solo alle mie domande. È giusto e va bene così, è quasi un regalo. Dopotutto, mi ha dato risposte più che sufficienti.

Nonostante ciò, mi è stato difficile lasciare il suo laboratorio. Volevo nascondermi nel cassonetto dei rifiuti o arrampicarmi su un albero. Volevo che quella giornata durasse in eterno.

http://www.vice.com/it/read/lultima-non ... ulgin-a6n5
Se la terra è sopravvissuta ai cianobatteri e al loro ossigeno, sopravviverà anche a noi. Il punto è semplicemente quanto noi ci renderemo difficile sopravvivere.


Triptaminico
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Re: L'ultima non intervista con Alexander Shulgin

Messaggio da Triptaminico » sab ott 17, 2015 5:25 pm

L'ho letto giusto ieri questo articolo.
'5-MeO-TORTPESCA' ahahah.

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