Psilocybe semilanceata e pensieri

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Palomar
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Psilocybe semilanceata e pensieri

Messaggio da Palomar » lun dic 19, 2022 7:34 pm

Mattina, con X decidiamo di assumere i funghi raccolti mesi fa.
Il setting è camera mia, riempita di tappeti e cuscini, un materasso, una scacchiera, buona musica e, come se non bastasse, ci siamo ritrovati per le mani un proiettore usato la sera prima, quindi decidiamo di accenderlo e mettere dei video a caso, come sottofondo, senza audio (Human's music vol 1 per chi fosse curioso).
All'assunzione sento di non aver dato abbastanza importanza o ritualità all'atto, almeno non tanto quanto sarei abituato a fare.
La dose è stata di circa 1.3g (P. semilanceata).
Iniziamo con una partita a scacchi, per l'attesa. Ne iniziamo un'altra percependo i primi effetti di body loading (necessità di cambiare musica ogni tanto, di cambiare posizione..) ma assolutamente gestibile, qualche respiro in presenza e tutto riacquista “stabilità”.
Il mio compagno di viaggio ed io iniziamo ad avvertire i primi effetti visivi, che non sto ad elencare, conscio del fatto che voi tutti, cari lettori, li conosciate bene.
Continuiamo con questa interminabile partita a scacchi intervallata da pause non sporadiche. Ad un certo punto la partita diviene una storia di centinaia di anni.. ogni pedina rappresentava una sorta di città stato, col passare delle generazioni, per gli abitanti delle città diventava sempre più difficile mantenere la fiducia sulla guerra inevitabile che c'è tra bianchi e neri... Creammo per ogni pedina delle caratteristiche: come le torri: messe in gioco alla fine, rappresentavano delle città di monasteri soldati, uniche roccaforti che continuavano a perseverare allenandosi e studiando, consci del fatto che un tempo sarebbe arrivato il loro momento.. le generazioni passano.
La partita volge al termine, con una serie di intricate storie tra abitanti dei villaggi e città.. amori impossibili, battaglie improvvise dopo anni di pace...
il mio compagno di avventura sente la necessità di uscire da quella stanza (proiettore oramai in stendby, schermo spento ma ventola accesa... un ottimo white noise) inizia una serie di compiti che piano piano lo riportano al mondo reale...
Dal mio conto, accertatomi che erano passate solo due ore dall'assunzione, sentivo il bisogno di sfruttare questa opportunità, per cui decisi di starmene in camera.
Una sigaretta in balcone, volgo lo sguardo verso sinistra, vi è un piccolo e rarefatto boschetto di Celtis australis; i loro tronchi mi rievocano sensazioni molto serie, austere, quasi come raffigurassero delle lapidi, dei morti, ma nessuna tristezza mi ha pervaso, anzi calma. Come se fossero delle statue raffiguranti la permanenza dopo la morte delle persone care che ci circondano, sempre presenti, impossibilitate nell'interazione diretta con noi, ma non viceversa!
Queste statue hanno evidenziato che basta un nostro atteggiamento per accedere a una forma di connessione, che possa essere il ricordo, emozioni o altre forme, per collegarci coi morti.

Il grandissimo alloro difronte a me attira la mia attenzione, fa freddo, un leggero venticello muove leggermente tutti gli apici dell'alloro muovendo le foglie, svelandone la parte inferiore, di un colore più pallido.
Col cullare delle foglie, improvvisamente, tutto il mio campo visivo si riempe di foglie di alloro cullanti, formando rombi caleidoscopici in tutto il mio campo visivo.
Mi godo queste visual, rientro e vado ad abbracciare X, annunciandogli che a me stanno salendo ora! In quell'istante suonano ospiti. Ho la forza di decidere di restare in camera, di non sentirmi in colpa, e godermi a pieno l'esperienza.
L'esperienza la potrei descrivere credo in due righe, ripensandoci potrebbe essere stata molto corta, in realtà è stata una meditazione di circa quattro ore, seduto per terra e con una bellissima copertona che mi copriva in un bozzzolo dalla testa ai piedi, un block notes, una penna rossa.

Trascrizione esatta da B.N.:

L'avere schemi che regolano il nostro essere_ costruiti in anni del nostro esistere.
in f. dove sento un voler aprire la mente, un RITORNO, alcuni schemi (più arcaici) si manifestano in comportamenti e processi mentali più elementari, RICONOSCERLI è riconoscere la propria mente (COSCIENZA) che, (sotto f.) più libera, trova appigli in quelli + elementari.
e questo, RICONOSCERLI, rende possibile il vedersi:
in PASSATO|→: come meccanismo su cui agiscono tali processi, rendendoli ancor più chiari
in PRESENTE|→: possibile il liberarsene !
Un RICONOSCERSI → RI/CON di nuovo
da: “se non mi siedo bene e non sono perfetto... non entro nel giusto mindset.”
→ stessa cosa nel voltare pagine!!
→La rivelazione degli schemi mostra, oltre alla loro natura, come sono COSTRIZIONI: piuttosto di voltare pagina modifico il me presente, quello che voglio manifestare, [PARALLELISMO tra
pagina e azioni... parole in pagina↔azioni in vita]
LIBERA x scoprire cosa in realtà la incatena liberarla da quelle, E nuovamente →Libera
schema →Mk dice → qual'è il vantaggio?


Provo a trascrivere i miei pensieri:
All'inizio ero disteso, prestando attenzione solo al respiro, poi decido di mettermi seduto.. per essere più vigile.
Quello che ho notato, su cui mi sono soffermato, sono stati i processi dei miei pensieri.
Ho avuto la convinzione che la sostanza sciogliesse in parte quelli che io vedo come schemi, che possono essere descritti come strumenti che, nel corso della nostra infanzia e vita, abbiamo imparato ad utilizzare in relazione all'ambiente circostante.
L'ambiente continua a cambiare, gli strumenti che ci siamo creati nell'arco degli anni precedenti, possono non essere ugualmente efficaci. Rimangono però ad agire sui nostri comportamenti, sulla risoluzione di problemi. Trovo esplicativo il raffigurare questi strumenti come i sentieri degli animali in una foresta: ripercorrono sempre gli stessi tracciati fino a formare dei veri e propri sentieri, minor spreco di energie e via dicendo..
Chiarita questa idea, tornando all'azione della sostanza, avevo la sensazione che non azzerasse, ma semplificasse questi strumenti creati dal cervello, o meglio, me li rendesse estremamente visibili.
La cosa forse più forte da me percepita, è stata che una volta accortomi di un meccanismo regolatore, lo sentissi come una limitazione.
Ero quindi con pochissimi INPUT, seduto senza musica (whitenoise dalla ventola del proiettore :) ), con questa sensazione di riuscire ad evidenziare schemi comportamentali vedendoli agire su quei pochissimi comportamenti che attuavo: lo stare seduto in presenza, lo scrivere e il DOVER voltare pagina.
In particolare ho sentito agire su di me il comportamento che titolerei come LA PERFETTA ATTESA.
La perfetta attesa è un comportamento che vedo riflesso in moltissimi comportamenti da me attuati. Stare seduto, meditando e sentire che, se non aggiusto la posizione del mio corpo o la coperta di fronte al mio viso, non rientrerò nello stato di focus ricercato in quel momento per meditare. Quindi un allontanarsi dall'obbiettivo per dirmi: appena mi sistemo e sono PERFETTO, sarò GIUSTO (parole che hanno uno spessore...).
Un altro comportamento si è manifestato, evidenziato, quando ho deciso di interrompere la meditazione per scrivere degli appunti sopra riportati. Mentre scrivevo (il b.note era piccolo) sentivo una pressione provocata dalle parole che scivolavano sempre più verso il fondo della pagina, e nel momento di decisione nel voltare pagina! Nell'accorgermene credo di aver fatto un buon parallelismo tra questa azione dello scrivere e voltare pagina, con i comportamenti attuati nella vita.

Ora, il fatto di accorgersi di questi strumenti, o sentieri, e del viverli come COSTRIZIONI non ha forse la forza di eliminarli, o almeno io non l'ho vissuta in tale maniera.
L'esperienza però può essere utile. Un nostro comportamento o idea, che utilizza gli strumenti da se costruiti, difficilmente si accorge dell'attuarsi delle strategie.
Stando sempre in un piano, vivendo la propria esistenza su di esso, non ci si accorge della propria presenza e tanto meno del piano; con un picco, la situazione cambia.
L'esperienza quindi mi ha offerto forse quel cambio di prospettiva, come il picco su di un piano, ed essendo un esperienza vera, nel senso di vissuta, quel riconoscere il meccanismo è ormai nel ricordo, fa parte di un vissuto. Quindi, almeno per questi meccanismi su cui ho posto l'attenzione, sento di averli, non decostruiti tanto meno di esser arrivato alla loro origine, ma di averli evidenziati permanentemente.
Risulta facile così l'accorgersi, e forse l'accorgersi di qualche cosa, in modo consapevole, basta abbastanza per dare in un certo qual modo la libertà nell'aggirarli, nel cambiare. Una frazione di secondo in più in cui il cervello lavora ancora, anziché dare subito un OUTPUT come solito.
Forse il riconoscerli non fa in modo di eliminare questi sentieri, ma permette di percorrerli più lentamente, con spreco di più risorse da parte del nostro cervello.
Questo mi ha regalato una sensazione di libertà da quelle costrizioni.
Seguiranno ulteriori ricerche, spero che questo mio sproloquio possa esser apprezzato da qualcun*, un grosso saluto a voi, e grazie ancora a questo fantastico sito <3

saluti, ;)

Palomar.
Ultima modifica di Palomar il mar dic 20, 2022 1:10 am, modificato 3 volte in totale.


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Abeja G.
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Re: Psilocibe semilanceata e pensieri

Messaggio da Abeja G. » lun dic 19, 2022 11:13 pm

Bella l'idea dello scrivere e del "cambiare me stesso, piuttosto che cambiare pagina"!!
Bello anche come hai descritto la meditazione e l'assumere funghi per prendere consapevolezza!!

Buona vita, allora, Palomar!!

Ciao, Abeja

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psycoscaper
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Re: Psilocybe semilanceata e pensieri

Messaggio da psycoscaper » mer dic 21, 2022 4:31 pm

Grazie!!
Cerchiamo continuamente di dare significato a quella cosa lì.

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