Estrazione Laudano

Estrazioni più o meno grezze di principi attivi
Avatar utente
Arcano
Messaggi: 743
Iscritto il: sab set 26, 2015 2:11 pm

Laudano

Messaggio da Arcano » lun ago 15, 2016 7:56 pm

non ricordo dove, ma avevo letto di un poeta che con un paio di gocce in più di laudano sprofondo in un sogno ultra realistico e vivido, con scenari fantastici, poi al risveglio tentò di descrivere la propria visione ma qualcuno lo disturbò e questa in gran parte svanì, in seguito morì a causa della dipendenza...
Le informazioni da me riportate sono esclusivamente a scopo informativo.
Non intendo incitare nessuno all'uso di sostanze stupefacenti. Peace


alchemico 73
Messaggi: 4
Iscritto il: lun ago 14, 2017 2:34 pm

Estrazione Laudano

Messaggio da alchemico 73 » lun ago 14, 2017 3:07 pm

ciao a tutti ragazzi sono un nuovo acqisto del sito evoglio ringraziare tutti o in parte quelli che mi hanno saputo dare dei consigli utili. se è ben accetto vorrei dare un aiuto a ZIO TOXIL,leggevo che sei interessato al laudano quindi ti consiglierei di dare un occhiata per un consulto a questo sito,precisamente è la facoltà di farmacia di roma,cerca:uniroma1it/galenotech, poi una volta dentro vai su:elementi di chimica fisica,poi a seguire, preparazioni estrattive, leggi la pagina ma probabilmente le cose interessanti le troverai a centro e fine pagina.spero che questo ti sia di aiuto,in cambio avrei una domanda,leggendo il procedimento di raffinazione dell'oppio non ho capito se si deve immergerlo con sola acqua o anche una parte di alcool in un contenitore a contatto con la fiamma, oppure meglio se immerso sempre in acqua ma a bagno maria.grazie molte se vorrai rispondermi e perdona la mia ignoranza. :lode:
Ultima modifica di alchemico 73 il lun ago 14, 2017 9:28 pm, modificato 1 volta in totale.

alchemico 73
Messaggi: 4
Iscritto il: lun ago 14, 2017 2:34 pm

Estrazione Laudano

Messaggio da alchemico 73 » lun ago 14, 2017 3:43 pm

per ZIO TOXIL, scusami dimenticavo sempre sul discorso di raffinazione dell oppio,ma come metodo e strumenti per il filtraggio cosa e come si deve fare? grazie mille

Avatar utente
Arcano
Messaggi: 743
Iscritto il: sab set 26, 2015 2:11 pm

Re: Laudano

Messaggio da Arcano » ven ago 27, 2021 7:47 pm

Arcano ha scritto:
lun ago 15, 2016 7:56 pm
non ricordo dove, ma avevo letto di un poeta che con un paio di gocce in più di laudano sprofondo in un sogno ultra realistico e vivido, con scenari fantastici, poi al risveglio tentò di descrivere la propria visione ma qualcuno lo disturbò e questa in gran parte svanì, in seguito morì a causa della dipendenza...
Mi autorispondo :asd:

Finalmente...dopo anni, ho ritrovato quei versetti che tanto mi avevano colpito su un poeta e il Laudano.

Voglio condividere con voi questa "gioia" per chi, come me, trae piacere anche nel leggere le esperienze altrui, immedesimandosi nella storia!

Comunque:

Durante l’estate del 1797 Samuel Coleridge affittò una piccola casa nel Somerset, tra i villaggi di Porlock e Linton,
e ci si stabilì con la giovane moglie, pensando di ritemprare i fragili nervi con l’aria di mare.

Il dottore gli aveva raccomandato il vento umido e l’odore dell’Oceano.
Così, il poeta iniziò a trascorrere lunghe giornate a leggere, a passeggiare in contemplazione nella campagna.
Amava i colori della natura inglese, i ruscelli, i torrenti tumultuosi, gli umidi prati di smeraldo e le nuvole veloci.
Le passeggiate distendevano i suoi nervi, benché non quanto il laudano che considerava la sua cura sovrana.



In forma di unguento o di tintura, esso era un preparato a base di oppio comunemente venduto nelle farmacie
per regalare ai malati di nervi pause di ebbrezza e torpore; vinceva i dolori e sedava l’ansia.



Un pomeriggio, per scivolare nell’oblio e fermare i pensieri tormentosi,
prese la boccetta del suo medicamento e ne versò numerose gocce in un bicchiere d’acqua,
poi si accomodò su una poltrona davanti a una finestra e si mise a leggere i Viaggi di Samuel
Purchas
.


Quando arrivò alle pagine in cui si raccontano le imprese del principe Kubla Khan e si descrive il palazzo che fece costruire a Xanadu, cadde addormentato. Giacque in quello stato tre ore, imprigionato nello spazio delle sue visioni.
Intense e sontuose immagini si sgranarono davanti ai suoi occhi.


Vide Kubla Khan, il principe guerriero, ordinare ai suoi architetti di cintare dieci acri di terreno e di
chiuderlo tra possenti mura e altissime torri; e dare disposizioni agli architetti e agli artigiani che aveva
assoldato in gran numero.

Assistette al trasporto dei marmi e delle pietre, e alla faticosa costruzione dell’immenso edificio.
A lavori conclusi, sulla collina di Xanadu in mezzo a un manto di cedri, si elevava il palazzo
sormontato da una cupola così alta che il sole al tramonto la illuminava ancora
quando sul resto del giardino era già scesa la sera.


Il giardino che Coleridge vide nella sua visione, era prodigiosamente bello, ma celava angoli inquietanti.
Era un susseguirsi di boschetti odorosi di cedri, mirti, ginestre e prati stillanti di rugiada; e poi radure assolate.
Però questa dolcezza s’interrompeva dove si spalancava un abisso.
Centinaia di metri più in basso confluivano tutte le acque della collina in un’esplosione di schiuma
dove una fonte buttava a singhiozzo un’altissima colonna d’acqua.

Lì, enormi massi venivano scagliati in alto «come la pula dal trebbiatore».
Nel suo letto gelido, il fiume intermittente, che si chiamava Alf, chiuso da altissime pareti
di roccia, percorreva cinque miglia prima di precipitare in un oceano scuro.

Poi Coleridge vide una giovane dama dalla pelle ambrata,
che suonava una dulcimera e cantava con una voce celeste.



Si sforzò di memorizzare quell’armonia per diventare simile
a Orfeo, che con la musica comandava le pietre e le piante.

Sentì che quella musica poteva regalargli il potere d’innalzare nell’aria la cupola del palazzo di
Kubla Khan, di mescolare gli elementi, come un mago dei tempi antichi.


Tutto questo Coleridge vide trascorrere davanti ai suoi occhi come fosse reale, grazie all’oppio.
Al suo risveglio vide un poema già composto, con tanto di rime e assonanze.


Ancora sopraffatto sedette al tavolo per trascrivere una cinquantina di versi, velocemente.
Ma un conoscente che doveva parlargli urgentemente di affari bussò alla porta e lo interruppe.
Quando tornò al suo tavolo la trama dei versi era ormai disfatta, come un arazzo caduto, strato dopo
strato.


La grande visione era perduta per sempre.
Restavano soltanto i pochi versi che era riuscito a trascrivere.


Fino alla vecchiaia Coleridge si domandò da dove fossero venute quelle immagini.
La droga apre a dimensioni sconosciute?

Consente alla mente torpida di aprirsi a influenze spirituali, divine o demoniache?
Lui non visse più nulla di simile.

Il suo mestiere di poeta tornò difficile e lento, ma quella visione, donatagli dal laudano, lo ossessionò
per sempre. Coleridge perdette gradatamente la salute e l’ispirazione a causa dell’oppio e la sua storia
è la storia del primo drogato moderno.



Tratto da: Da Coleridgead Huxley di Mario Iannaccone
Le informazioni da me riportate sono esclusivamente a scopo informativo.
Non intendo incitare nessuno all'uso di sostanze stupefacenti. Peace

Avatar utente
tropopsiko_23
Moderatori
Messaggi: 1427
Iscritto il: mer ott 28, 2015 10:33 pm

Re: Laudano

Messaggio da tropopsiko_23 » dom gen 16, 2022 3:19 pm

Arcano ha scritto:
ven ago 27, 2021 7:47 pm
Arcano ha scritto:
lun ago 15, 2016 7:56 pm
non ricordo dove, ma avevo letto di un poeta che con un paio di gocce in più di laudano sprofondo in un sogno ultra realistico e vivido, con scenari fantastici, poi al risveglio tentò di descrivere la propria visione ma qualcuno lo disturbò e questa in gran parte svanì, in seguito morì a causa della dipendenza...
Mi autorispondo :asd:

Finalmente...dopo anni, ho ritrovato quei versetti che tanto mi avevano colpito su un poeta e il Laudano.

Voglio condividere con voi questa "gioia" per chi, come me, trae piacere anche nel leggere le esperienze altrui, immedesimandosi nella storia!

Comunque:

Durante l’estate del 1797 Samuel Coleridge affittò una piccola casa nel Somerset, tra i villaggi di Porlock e Linton,
e ci si stabilì con la giovane moglie, pensando di ritemprare i fragili nervi con l’aria di mare.

Il dottore gli aveva raccomandato il vento umido e l’odore dell’Oceano.
Così, il poeta iniziò a trascorrere lunghe giornate a leggere, a passeggiare in contemplazione nella campagna.
Amava i colori della natura inglese, i ruscelli, i torrenti tumultuosi, gli umidi prati di smeraldo e le nuvole veloci.
Le passeggiate distendevano i suoi nervi, benché non quanto il laudano che considerava la sua cura sovrana.



In forma di unguento o di tintura, esso era un preparato a base di oppio comunemente venduto nelle farmacie
per regalare ai malati di nervi pause di ebbrezza e torpore; vinceva i dolori e sedava l’ansia.



Un pomeriggio, per scivolare nell’oblio e fermare i pensieri tormentosi,
prese la boccetta del suo medicamento e ne versò numerose gocce in un bicchiere d’acqua,
poi si accomodò su una poltrona davanti a una finestra e si mise a leggere i Viaggi di Samuel
Purchas
.


Quando arrivò alle pagine in cui si raccontano le imprese del principe Kubla Khan e si descrive il palazzo che fece costruire a Xanadu, cadde addormentato. Giacque in quello stato tre ore, imprigionato nello spazio delle sue visioni.
Intense e sontuose immagini si sgranarono davanti ai suoi occhi.


Vide Kubla Khan, il principe guerriero, ordinare ai suoi architetti di cintare dieci acri di terreno e di
chiuderlo tra possenti mura e altissime torri; e dare disposizioni agli architetti e agli artigiani che aveva
assoldato in gran numero.

Assistette al trasporto dei marmi e delle pietre, e alla faticosa costruzione dell’immenso edificio.
A lavori conclusi, sulla collina di Xanadu in mezzo a un manto di cedri, si elevava il palazzo
sormontato da una cupola così alta che il sole al tramonto la illuminava ancora
quando sul resto del giardino era già scesa la sera.


Il giardino che Coleridge vide nella sua visione, era prodigiosamente bello, ma celava angoli inquietanti.
Era un susseguirsi di boschetti odorosi di cedri, mirti, ginestre e prati stillanti di rugiada; e poi radure assolate.
Però questa dolcezza s’interrompeva dove si spalancava un abisso.
Centinaia di metri più in basso confluivano tutte le acque della collina in un’esplosione di schiuma
dove una fonte buttava a singhiozzo un’altissima colonna d’acqua.

Lì, enormi massi venivano scagliati in alto «come la pula dal trebbiatore».
Nel suo letto gelido, il fiume intermittente, che si chiamava Alf, chiuso da altissime pareti
di roccia, percorreva cinque miglia prima di precipitare in un oceano scuro.

Poi Coleridge vide una giovane dama dalla pelle ambrata,
che suonava una dulcimera e cantava con una voce celeste.



Si sforzò di memorizzare quell’armonia per diventare simile
a Orfeo, che con la musica comandava le pietre e le piante.

Sentì che quella musica poteva regalargli il potere d’innalzare nell’aria la cupola del palazzo di
Kubla Khan, di mescolare gli elementi, come un mago dei tempi antichi.


Tutto questo Coleridge vide trascorrere davanti ai suoi occhi come fosse reale, grazie all’oppio.
Al suo risveglio vide un poema già composto, con tanto di rime e assonanze.


Ancora sopraffatto sedette al tavolo per trascrivere una cinquantina di versi, velocemente.
Ma un conoscente che doveva parlargli urgentemente di affari bussò alla porta e lo interruppe.
Quando tornò al suo tavolo la trama dei versi era ormai disfatta, come un arazzo caduto, strato dopo
strato.


La grande visione era perduta per sempre.
Restavano soltanto i pochi versi che era riuscito a trascrivere.


Fino alla vecchiaia Coleridge si domandò da dove fossero venute quelle immagini.
La droga apre a dimensioni sconosciute?

Consente alla mente torpida di aprirsi a influenze spirituali, divine o demoniache?
Lui non visse più nulla di simile.

Il suo mestiere di poeta tornò difficile e lento, ma quella visione, donatagli dal laudano, lo ossessionò
per sempre. Coleridge perdette gradatamente la salute e l’ispirazione a causa dell’oppio e la sua storia
è la storia del primo drogato moderno.



Tratto da: Da Coleridgead Huxley di Mario Iannaccone
Fantastico :o <3
X

Rispondi